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Le specie esotiche o alloctone o aliene e la parte di esse, le IAS (Invasive Alien Species), sono causa di effetti negativi rilevanti, tali da richiedere un intervento coordinato e uniforme a livello di Unione Europea: ne ha parlato il 22 novembre alle Vallere Piero Genovesi, responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica di I.S.P.R.A., intervistato da Laura Scillitani, biologa e divulgatrice.
Se è vero che da tempi remoti gli esseri umani hanno trasportato piante, animali e altri organismi al di fuori dei loro ambienti originari, lo è altrettanto il fatto che l'arrivo di nuove specie può incrinare gli equilibri naturali.
Esemplare il caso dell’isola di Guam, un territorio statunitense situato nell’arcipelago delle Marianne, nel Pacifico Occidentale, nei pressi della celebre fossa. Da quasi quattro decenni, il sihek, il martin pescatore arancione e blu di Guam, è estinto nel suo habitat naturale a causa della predazione da parte del serpente bruno arboricolo portato con tutta probabilità da navi cargo militari. Oltre al martin pescatore in pochi anni scomparvero dieci delle dodici specie autoctone di uccelli e con loro anche pipistrelli, lucertole e altre specie ancora. Una trentina di sihek furono comunque presi e fatti riprodurre altrove e due mesi fa alcuni esemplari immessi nelle foreste tropicali dell'atollo di Palmyra, a 6000 chilometri di distanza da Guam, con la speranza che riescano a creare una popolazione in grado di riprodursi. La verità è che sulla loro isola nativa non possono sopravvivere a causa del serpente, una specie molto adattabile fonte di numerosi danni collaterali che si arrampica perfino sui fili elettrici causando interruzioni di corrente. Riportarli a Guam resta l’obiettivo principale ma sarà possibile solo se e quando il rettile sarà rimosso da quell’ambiente che non è il suo.
Va sottolineato però che non esistono specie buone e specie cattive, ma solo specie potenzialmente dannose perché trasferite al di fuori dell’ambito in cui si sono evolute: accanto alle specie aliene, alcune peraltro parte integrante della nostra cultura - la gustosa “arancia rossa di Sicilia”, alla quale è attribuito il marchio d’origine IGP in quanto prodotto di qualità caratterizzato proprio dall’origine geografica, è un portato della dominazione islamica affermatasi nell’isola lungo il IX secolo, anche il basilico e la gallina ebbero origine in Asia, solo per fare alcuni esempi - ce ne sono tante altre che possono causare danni ingenti.
Per questo motivo nei confronti delle specie più pericolose, presenti anche nelle Aree protette del Po piemontese, si interviene; l’Ente Parco deve infatti far fronte a specie originarie di paesi e continenti lontani, Nord America, Africa e Iraq, Sud America, Asia, il gambero rosso della Louisiana, l’ibis sacro, la nutria, lo scoiattolo grigio nordamericano, il calabrone asiatico o piante come la peste d’acqua di Nuttal e il poligono del Giappone per citarne solo alcune, ma si potrebbe continuare a lungo.
Molto positivo il bilancio della serata a cui hanno partecipato una cinquantina di esperti e appassionati di natura oltre al consigliere Andrea Mandarino e undici dipendenti dell’Ente Parco.
Piero Genovesi è autore di “Specie aliene”, un libro edito da Laterza che parla di granchi blu, formiche di fuoco, giacinti d'acqua, alghe killer e tante altre ancora ed è un viaggio in giro per il mondo in cui è spiegato cosa sono le specie aliene e come riescono a occupare nuovi territori.
È possibile acquistare copie del volume presso le librerie L’Arco Nuovo e Mondadori di Moncalieri.
Specie aliene, Editori Laterza: https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858154533.
L.S.