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Nella Riserva naturale della Confluenza della Dora Baltea ferve la rigenerazione del territorio a beneficio della biodiversità e quindi di tutto l’ecosistema naturale, esseri umani compresi, investendo un’ulteriore superficie complessiva di quindici ettari.
I finanziamenti in arrivo, stanziati dalla Regione Piemonte, permetteranno di ingrandire l’ambito del ripristino ambientale ultimato anni fa nell’area umida del Lago degli Aironi. I nuovi interventi saranno due: uno ricadente in comune di Brusasco che farà capo allo stesso Comune e l’altro in comune di Cavagnolo, in carico all’Ente-Parco.
Entro la fine del prossimo anno infatti al “Lago degli Aironi” e agli altri stagni attorniati da boschi e siepi che permettono al tritone crestato e alla rana di Lataste di avere ancora più spazi a disposizione per deporre le loro uova, si aggiungeranno anche praterie aride con radi cespugli, in sostituzione della vegetazione invasiva estranea a questi luoghi, uno stagno con acque basse adatto agli uccelli limicoli e uno stagno per il ripopolamento della testuggine palustre europea (Emys orbicularis), autoctona nella Pianura Padana. Questo ampliamento è stato approvato e finanziato al Comune di Brusasco dalla Regione Piemonte, all’interno del bando ormai ricorrente per promuovere la riqualificazione dei corpi idrici, e ammonta a € 122.065. Un’attenzione particolare alla funzionalità dell’intervento nel tempo è garantita dall’accordo tra l’Ente-Parco, il Comune e Attilio Alessio, coordinatore del “Centro di Cultura Naturalistica e Storica Parco del Bric”, gli ultimi due proprietari dei terreni messi a disposizione per il progetto.
Il secondo finanziamento discende invece dalle risorse della Misura 8.1.1. del PSR 2014-2020 gestita dal Settore Foreste della Regione Piemonte, che ha valutato positivamente il progetto di imboschimento presentato dall’Ente-Parco. In questo caso saranno interessati circa 10 ettari di terreni messi a disposizione dal Comune di Cavagnolo, attualmente invasi da vegetazione infestante. Il valore del contributo regionale, che si è riusciti ad agganciare poco prima della chiusura del bando con una rincorsa da primato, è di € 79.926. Il primo lavoro sarà di sbarazzarsi delle specie esotiche, falso indaco e sicios, che sono un ostacolo alla crescita di nuove piante; solo dopo verranno piantati in profusione pioppi, aceri, farnie e arbusti, noccioli, biancospini, evonimi e cornioli ed entro la fine di giugno 2022 l’area umida si arricchirà di 7.500 nuove specie locali.
L’inserimento di quella zona in un sito della Rete Natura 2000 – la Zona di Protezione Speciale e Zona Speciale di Conservazione IT1110019 “Baraccone (confluenza Po-Dora Baltea)” – riconosciuto dall'Unione Europea con lo scopo di preservare specie e ambienti rari o minacciati, ha avvantaggiato i progetti in sede di approvazione.
Questo angolo di natura rigenerata, che fa parte della “Foresta condivisa del Po piemontese”, sarà a disposizione di tutti coloro che si avvicineranno con attenzione e rispetto e le scolaresche di Brusasco e di Cavagnolo potranno venirci anche a piedi. In prospettiva si realizzeranno eventi e manifestazioni didattiche e si svolgeranno ricerche scientifiche e attività sul campo.
La “Foresta condivisa del Po piemontese” è uno degli obiettivi di un percorso iniziato trent’anni fa – con l’istituzione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po – e tuttora in divenire, consistente nella messa a dimora di migliaia di alberi e arbusti locali e nella riqualificazione ambientale di centinaia di ettari di terreni, in gran parte pubblici nei Comuni rivieraschi; tutto ciò grazie all’impegno degli Enti di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino e del Po torinese che, unendo le proprie esperienze, dal 1° gennaio 2021 convergeranno nell'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese.
La “foresta”, un insieme di ambienti acquatici e terrestri ricco di tesori naturalistici che si estende per circa 200 km, con alcune interruzioni, da Casalgrasso fino al confine con la Lombardia, è stata definita “condivisa” perché tutti possono contribuire a costruirla, diventandone partner, a partire dalle istituzioni sino al semplice cittadino, dalle aziende agricole, alle imprese private, alle associazioni.