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All'interno dei due Parchi si provvederà quindi all'applicazione di misure di ripristino e gestione conservativa dell'habitat tramite sfalci, rimozione delle specie invasive e delle piante arbustive ed arboree.
Quando però in natura le popolazioni di orchidee si riducono al punto da essere costituite da pochi individui, la tutela del loro habitat non è più una misura sufficiente. Queste piccole popolazioni soffrono infatti di un impoverimento genetico che determina problemi di sviluppo, ridotta vitalità e infertilità.
Anche nel loro habitat ideale, pertanto, esse possono beneficiare di un ulteriore aiuto mediante riproduzione in laboratorio e successivo ripopolamento.
L'obiettivo specifico di questo intervento è arrivare a ricostituire popolazioni di sufficienti dimensioni (in termini di numero di individui) da essere rinvigorite dal punto di vista genetico e di conseguenza vitali ed autosufficienti.
All'interno dei Parchi la messa a dimora delle piantine avverrà all'interno di "microriserve", aree protette con funzione di vivai naturali.
L'attuale perdita globale della biodiversità è senza precedenti nella storia del pianeta. Si stima che circa un milione di specie animali e vegetali (corrispondenti a 1/8 della biodiversità della Terra) scompariranno, nei prossimi decenni, ad una velocità da centinaia a migliaia di volte superiore al tasso naturale di estinzione. La causa principale di questo fenomeno senza eguali è la pressione antropica diretta (attività umane quali l'urbanizzazione e l'agricoltura intensiva) o indiretta (il cambiamento climatico globale). Come tutte le piante, le orchidee subiscono gli effetti deleteri di queste pressioni.
In aggiunta, però, le orchidee sono piante particolarmente "esigenti" per via della loro speciale biologia ed ecologia: non dipendono solo, per la loro riproduzione, dagli impollinatori, ma anche da specifici funghi microscopici, che sono indispensabili, in natura, per la germinazione dei semi e la sopravvivenza stessa delle orchidee. In conseguenza di questa doppia ed estrema dipendenza, le orchidee sono considerate a maggior rischio di estinzione rispetto ad altre piante, in quanto legate ad altri organismi (impollinatori e funghi) a loro volta minacciati dai cambiamenti ambientali.
Inoltre, gli ambienti di prateria ad alta biodiversità ricchi in orchidee (habitat 6210* nella classificazione degli habitat dell'Unione Europea), un tempo diffusi in tutta Europa, stanno scomparendo. Si tratta, infatti, di un habitat definito semi-naturale, perché il suo mantenimento richiede attività di sfalcio o di pascolamento oggi abbandonate. In assenza di tali tradizionali attività agro-pastorali, si insediano specie vegetali arbustive ed arboree che soppiantano le orchidee.
Gli sforzi di salvaguardia di LIFEorchids si concentrano in particolare su nove specie di orchidee italiane, due delle quali estremamente rare:
A queste si aggiungono altre sette specie (Ophrys apifera, Ophrys fuciflora, Ophrys bertolonii, Orchis antropophora, Himantoglossum robertianum = Barlia robertiana, Serapias neglecta, Anacamptis morio), che sono meno rare a livello europeo ed italiano, ma stanno subendo un rapido impoverimento nelle aree di intervento del progetto.
In Italia sono presenti circa 230 specie e sottospecie (secondo il G.I.R.O.S., Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee).
Tutte le orchidee spontanee sono protette da leggi nazionali e internazionali. La raccolta di qualsiasi parte della pianta è rigorosamente vietata.
Per saperne di più
Documentazione Life Orchids www.lifeorchids.eu/documentazione
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