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Piano di controllo del cinghiale

Le finalità istitutive dell'Ente Parco, che è anche gestore di alcune Zone Speciali di Conservazione (ZSC) della Rete Natura 2000, prevedono innanzitutto la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità. La presenza di alte densità nelle popolazioni di cinghiali rappresenta una criticità in quanto arreca elevati danni ecologici agli ecosistemi. Tale impatto è oggetto di attenzione nell'ambito dell'attività costante che l'Ente Parco svolge nel monitoraggio di specie ed habitat.

Per quanto riguarda infatti i danni agli habitat, questi riguardano in particolare le praterie aride, le praterie xerofile e quelle igrofile, i prati stabili da sfalcio, i boschi a querco-carpineto e quelli di impluvio, gli ambienti umidi e di risorgiva, i banchi fangosi dei fiumi.

In tutti questi casi la frammentazione del territorio, con la conseguente mancanza di continuità, rende gli ambienti estremamente vulnerabili e importanti dal punto di vista conservazionistico.

Il cinghiale infatti, durante l'attività trofica, ricerca il cibo nel terreno, danneggiando la cotica erbosa tramite l'asportazione della parte superficiale. Nelle zone umide inoltre sono danneggiati soprattutto gli ambienti a elofite.

Ulteriori impatti dovuti alle alte densità delle popolazioni di questo ungulato sono ipotizzabili anche su specie ornitiche nidificanti a terra come sternidi, limicoli, caprimulgidi, nonché sulle ovature di diverse specie di anfibi e rettili protetti.

Altra finalità imprescindibile del presente piano è la tutela delle tradizioni e delle economie locali, tra esse l'attività agricola. Da questi presupposti discende la necessità di effettuare interventi di controllo demografico delle popolazioni di cinghiale (Sus scrofa), a seguito dei danneggiamenti che questo ungulato, essendo la sua presenza troppo numerosa, provoca alle colture.

Tra le finalità del presente piano vi è inoltre la possibilità di effettuare i prelievi sulla base di studi e ricerche scientifiche e con le indicazioni fornite da ISPRA; lo scopo infatti è di diminuire i danni ambientali in primis, garantendo, a seguito del contenimento del numero di cinghiali, positivi effetti sulla sicurezza della viabilità e sull'integrità delle colture agricole.

Si auspica un futuro incremento dei dati, attraverso attività di ricerca che, unitamente alle conoscenze già acquisite, diventi un necessario complemento agli interventi di controllo della specie cinghiale. Si auspica altresì l'attuazione di una gestione, che risulti flessibile ed efficace in rapporto al contenimento dei danni, attuata sulla base delle strategie indicate nel piano e della conformazione ed uso del territorio.

Inoltre, tra gli obiettivi che l'Ente di gestione si prefissa negli anni a seguire, vi è la riduzione della percezione dell'emergenza legata alla presenza dei cinghiali, che si attua coinvolgendo gli operatori selezionati e gli agricoltori locali, coi quali collaborare per individuare le aree a maggiore incidenza dei danni, al fine di poter attuare azioni mirate, quali ad esempio l'intensificazione di appostamenti durante i periodi di semina.

Il Piano di controllo del cinghiale si pone anche quale strumento di contrasto della peste suina africana (PSA), una malattia infettiva, di tipo emorragico, altamente contagiosa, che colpisce i suini domestici ed i cinghiali (Sus scrofa), ma non si trasmette all'uomo.

Cinghiale catturato mediante gabbia
Cinghiale catturato mediante gabbia
(foto di: Simona Zaghi)
Cinghiale
Cinghiale
(foto di: Archivio Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese)
Cinghiali
Cinghiali
(foto di: Dino Genovese)
Cinghiale nel Parco del Po, a Lombriasco
Cinghiale nel Parco del Po, a Lombriasco
(foto di: Fabrizio Nobili)
Cinghiale
Cinghiale
(foto di: Gianni Abbona)
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