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L'interesse per la salvaguardia degli Anfibi e dei Rettili è continuamente cresciuta negli ultimi anni e la Convenzione di Berna (19.9.1979), ratificata dall'Italia il 1.6.1982 (legge n. 503 del 5.8.1981), protegge molti anfibi piemontesi e i loro habitat.
La legge Regionale 2.11.1982 n. 32, art. 27, vieta la cattura e l'uccisione di tutte le specie di Anfibi.
Anche nel recente I Congresso Italiano sulla Protezione degli Anfibi (Milano, 19-20.11.1992) è emersa la grave situazione di conservazione di questo gruppo animale e di recente l'Atlante degli Anfibi e Rettili del Piemonte e della Valle d'Aosta (Andreone e Sindaco, 1999) ha delineato lo status di tutte le specie nella regione.
Nelle Aree protette del Po piemontese sono presenti poche specie di elevato interesse naturalistico, soprattutto fra gli anfibi.
Basti citare: tritone crestato (Triturus carnifex), tritone comune (Triturus vulgaris meridionalis), raganella (Hyla arborea), rana di Lataste (Rana latastei), pelobate o rospo bruno di Cornalia (Pelobates fuscus).
E' senz'altro da evidenziare la presenza del pelobate, oggetto di un progetto di conservazione del WWF Italia e di alcune fiorenti popolazioni di rana di Lataste, specie ormai presente in pochissime stazioni della pianura padana piemontese. Questo anfibio, come anche i tritoni, ha qui una frequenza piuttosto bassa, imputabile all'abbondanza di pesci predatori.
La creazione di anse invase dalla vegetazione palustre o di piccoli stagni isolati dal resto della lanca permetterebbe un incremento delle popolazioni di diverse specie di anfibi che subiscono la competizione con i pesci.
Fra i rettili è da segnalare la testuggine palustre (Emys orbicularis), un tempo certamente più diffusa e ora molto localizzata e quasi certamente scomparsa nelle stazioni a monte di Torino dove era presente fino a non molti ani fa. Sempre più frequenti sono invece le segnalazioni della esotica Trachemys scripta, di origine nordamericana, incautamente rilasciata nell'ambiente da privati cittadini inconsapevoli di poter così creare gravi squilibri ecologici.
Fra i serpenti i più frequenti sono la natrice dal collare (Natrix natrix), il biacco (Coluber viridiflavus ) e il colubro liscio (Coronella austriaca).