- Collaborazioni e progetti speciali
- Ente+
- Idrologia e geomorfologia
- Urp
Interessa il territorio dei Comuni di Crescentino (VC), Fontanetto Po (VC), Livorno Ferraris (VC) e Trino (VC).
È inserita nel paesaggio della bassa pianura vercellese, contraddistinta dall'esteso ambiente agrario della risicoltura. Agli inizi degli anni '90 del secolo scorso l'ultimo tentativo di utilizzo a fini produttivi della Palude di San Genuario fu la creazione di un allevamento ittico nel suo nucleo centrale. L'impianto, dismesso dopo pochi anni, subì un processo di rinaturalizzazione spontanea poi assecondato e incrementato dall'Ente-Parco, che lo ha trasformato in un ambiente umido di pregio. Oggi le vasche e gli invasi artificiali, il fitto reticolo idrografico di alimentazione costituito da canali a lento corso, le numerose risorgive e fontanili sono popolate da specie vegetali e animali tipiche delle aree umide. Nell'ambito di un comprensorio caratterizzato dalla monocoltura risicola, il territorio della Palude di San Genuario rappresenta un fattore di biodiversità significativo, ospitando vari habitat di tipo palustre e numerose specie rare ed interessanti, in particolare tra l'avifauna.
Tra le specie vegetali ospitate nell'area sono da sottolineare le specie legate agli ambienti acquatici Osmunda regalis, Nuphar lutea, Utricularia australis (protette ai sensi della L.R. n 32/1982), Lindernia procumbens e Marsilea quadrifolia (inserite in Allegato IV della Direttiva Habitat), oltre alle rarissime Valeriana dioica, Butomus umbellatum, Cirsium palustre e Persicaria amphibia. Negli ambienti boschivi è importante la presenza di Convallaria majalis, Narcissus poeticus e Epimedium alpinum ormai quasi scomparse dalla pianura padana.
Assume particolare rilevanza la nidificazione di tre specie di interesse europeo particolarmente rare a livello regionale: il tarabuso (Botaurus stellaris), specie prioritaria, l'airone rosso (Ardea purpurea) e il falco di palude (Circus aeruginosus). Gli ambienti umidi ospitano una delle ultime popolazioni regionali della rara testuggine palustre (Emys orbicularis), specie ritenuta prioritaria per la conservazione del sito insieme agli uccelli di canneto. Nei canali è presente una comunità ittica rilevante dal punto di vista conservazionistico con la presenza della rara Lampreda padana (Lampetra zanandreai).
Di rilievo è la presenza del lepidottero Lycaena dispar, anch'esso molto localizzato nella regione piemontese poiché legato alle paludi e alle zone umide di pianura.
Ospita il Centro studi sulle aree umide, che funge da luogo di aggregazione legato al Centro di Referenza piemontese per l'Avifauna Planiziale e al Centro di Referenza piemontese per l'Erpetofauna, che ospita alcune attività del Centro EMYS Piemonte, attività di inanellamento scientifico degli uccelli selvatici e attività di fotografia naturalistica.
Il Centro EMYS Piemonte è nato per dare speranza all'unica specie di testuggine palustre endemica presente sul territorio nazionale (Emys orbicularis). È nato dall'iniziativa di un gruppo di erpetologi e naturalisti in collaborazione con l'Associazione Docet Natura e prevede un progetto di riproduzione della testuggine al fine di reintrodurre in natura gli esemplari nati presso il Centro. Il progetto prevede anche moduli di educazione ambientale per scuole, centri estivi e gruppi turistici. Il Centro si propone di attivare, in futuro, progetti di conservazione della biodiversità a vari livelli, puntando a diventare un riferimento per la tutela di flora e fauna.
Per info: @CentroEmysPiemonte su facebook oppure e-mail: scaval_@hotmail.it
L'inanellamento scientifico degli uccelli fa capo al GPSO - Gruppo Piemontese di Studi Ornitologici (www.gpso.it).
Per la prenotazione dei capanni fotografici occorre invece fare riferimento a SKUA Nature, che li gestisce (info@skuanature.com - www.skuanature.com).
Elenco floristico del Bosco della Partecipanza e delle Grange Vercellesi