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La Fontana dei Mesi è una delle poche testimonianze che rimane di quell'effimero "paese delle meraviglie" progettato da Carlo Ceppi, Costantino Gilodi e Giacomo Salvatori per l'Esposizione Generale Italiana che si tenne a Torino nel 1898, in occasione del cinquantenario dello Statuto Albertino. La fontana è composta da una grande vasca inclinata ovale, in cui precipita una spumeggiante cascata.
La vasca è sovrastata da una terrazza, anch'essa ellittica, su cui poggiano quattro gruppi di statue maggiori che raffigurano i fiumi che bagnano Torino:
I quattro gruppi statuari appena descritti sono, rispettivamente, opera degli scultori Luigi Contratti, Edoardo Rubino, Giacomo Cometti, Cesare Reduzzi.
Lo specchio d'acqua è circondato da una balaustra arricchita da statue allegoriche dei dodici mesi.
Originariamente nel bacino si trovavano anche altri gruppi statuari andati perduti: la sirena tirata da tre cigni, i putti, chiamati La Pace e La guerra e il satiro portato a spalle dal Po (opere di diversa mano dovute agli scultori Vittorio Bonino, Giuseppe Cerini, Antonio Bottinelli, Casimiro Debiaggi, Biscarra, Edoardo Rubino e Francesco Sassi). Dalla forma neosettecentesca, espressione di un linguaggio sospeso fra nostalgie rocaille e spunti liberty, con allusioni e citazioni della fontana della Villa della Regina a Torino, ma realizzata in cemento, la Fontana dei Mesi era uno scenario ideale per incantare il visitatore dell'Esposizione Generale Italiana, calandolo in una dimensione atemporale e fantastica. Nel periodo dell'Esposizione, durante la notte la fontana veniva illuminata da fasci di luce multicolori, che sottolineavano le linee sinuose dell'architettura ed i gruppi statuari posti sulla terrazza della vasca.
La Fontana dei Mesi si trova nell'estremità meridionale del Parco del Valentino, a sud del Borgo Medievale, a pochi metri dal Po e dunque dentro i confini del Parco Fluviale del Po Torinese.