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Nonostante l'abbattimento delle strutture difensive, il centro storico di Virle conserva le caratteristiche di un borgo fortificato, raccolto attorno alla sua parrocchia e ai due castelli, appartenuti alle due famiglie che nel Settecento si contendevano il controllo politico del territorio.
L'attuale chiesa parrocchiale di S. Siro, dedicata al primo vescovo di Pavia, fu eretta tra il 1733 ed il 1735 su una preesistente costruzione del XII secolo, di cui si conservano il campanile e un fonte battesimale del 1495. Il progetto dell'attuale parrocchiale è da alcuni attribuito all'attivissimo architetto Bernardo Antonio Vittone. All'interno della chiesa si ammirano il pulpito e la cantoria provenienti dal distrutto convento di Santa Chiara a Carignano, pregevoli opere lignee di età barocca. Ai lati dell'altar maggiore, che è di notevole interesse, si trovano le cappelle private dei marchesi di Romagnano e dei conti Piossasco di None.
Nei pressi della parrocchiale si trova la Portassa (Porta Boni Loci), antica torre-porta delle mura del castello dei Romagnano, che testimonia il passato militare di Virle. Sulla torre-porta sono conservate tracce di affreschi del XV-XVI secolo. A fianco della Portassa sorge la Chiesa di S. Bernardino, del XVI secolo, che presenta notevoli linee architettoniche e un elegante campanile.
Il Castello dei Romagnano ha invece perso traccia delle sue funzioni difensive, essendosi trasformato in splendida residenza gentilizia per la famiglia marchionale. Conserva tuttavia le torri angolari e un bel giardino cinto da mura. All'interno degno di nota è il "Salone di rappresentanza", il cui soffitto è decorato da oltre cinquecento piatti di porcellana piemontese (probabilmente della manifattura di Vinovo).
Di bell'effetto scenografico è la Piazza dei Forni, elegantemente incuneata tra la chiesa parrocchiale, il palazzo comunale e il castello dei Romagnano.
Poco oltre si erge il Castello dei Piossasco di None. Fatto costruire nel Settecento dal conte Gian Michele Piossasco di None, rimaneggiando un edificio preesistente, conserva al suo interno gli splendidi affreschi del Salone, opera dei modenesi Giuseppe e Niccolò Dallamano. Luigia Birago di Vische, vedova dell'ultimo conte, nel 1862 donò il castello all'Istituto San Vincenzo de' Paoli, da lei fondato.